Piú inglese, piu´ cittadinanza democratica
mauriziotani | Data: | Ticket: # 436 |
Categoria: Proposte / Scuole |
Secondo alcune indagini (dati pubblicati in http://www.ef.co.uk/epi/regions/europe/italy/) l´Italia ha livelli di conoscenza bassi della lingua inglese (in Europa peggio di noi solo Ucraina, Turchia, Azerbajan, Russia e Francia). In un periodo di globalizzazione crescente (impennata dopo il 1989) e di centralitá dell´Europa nei processi decisionali relativi all´Italia, solo con la conoscenza dell´inglese ("lingua franca" al modo che lo fu in precedenza il latino e il greco, favorito dal suo essere lingua mix di sistemi linguistici germanico e latino) i cittadini del Comune di Casciana T Lari potranno garantirsi la possibilitá di essere partecipi (e da protagonisti) della vita economica, culturale e democratica nel presente e nel futuro. L´inglese é la lingua che mette in contatto persone, le fa discutere, elaborare sioluzioni comuni ai problemi comuni (spesso di scala globale), non é piu´ (non lo é mai stata) solo la lingua di quello che un tempo i governanti larigiani e cascianesi amavano chiamare "l´imperialismo USA". E´ la lingua di R. Kipling (quello della poesia "if": http://www.kiplingsociety.co.uk/poems_if.htm) dei Canti Pisani di E. Pound e dei documenti che spesso esistono solo in inglese e solo con il tempo saranno tradotti (vedi sito web the W. Social Forum: http://memoriafsm.org/page/carta?locale-attribute=it).
Per questo occorre incentivare gli sforzi per lo studio della lingua inglese (e di altre lingue, compresa quella demotica locale), estendeendo per esempio il cosi detto metodo CLIL (basato sull´uso veicolare dell´inglese per insegnare materie curriculari altre, come la matematica o le scienze naturali - metodo molto diffuso per esempio in Lombardia e Friuli). Purtroppo il sistema culturale italiano tradizionalmente tende a ostacolare in tutti modi il plurilinguismo (per esempio favorendo la doppiatura dei film - prassi introdotta non a caso dal regime mussoliniano nella sua fase di maggior italianizzazione, iniaziata negli anni '30 e mai piu abbandonata, né nel periodo repubblichino né in quello repubblicano), nonostante poi ci si sprechi a vario livello in retoriche universalistiche, alle quali corrisponde poi una tendenza ad evitare che le classi lavoratrici accedano agli strumenti essenziali di partecipazione alla vita democratica, lingua per prima (come sappiamo dai tempi di Dante una comunitá politica é una comunitá prima di tutto di lingua...). Quindi invito le autoritá comunali a farsi carico di un maggior impegno verso la promozione della lingua inglese come primo passo verso una cittadinanza attiva europea e una crescita democratica. A tal proposito il Comune e le Scuole del territorio potrebbero avvalersi dell´aiuto di varie associazioni internazionali di volontariato che aiutano progetti di diffusione della lingua inglese nei paesi maggiormente bisognosi. Ovviamente questa diffusione della lingua inglese non deve essere il cavallo di Troia che porti (o faciliti, visto quanto avvenuto negli ultimi deecenni) una perdita delle proprie specificitá culturali e politiche (e per questo si auspica che a tale piano pro inglese sia accompagnato anche un piano per la diffusione delle altre lingue straniere, comprese quelle di recente immigrazione, ma soprattutto in favore della varietá demotiche toscane, che grazie a Dio sono ancora vive ma che avrebbero bisogno di essere curate e valorizzate, insieme alla storia culturale toscana che oggi trova solo spazio limitato nei programmi fatti centralmente da uno Stato sempre piú centralistico, nonostante i fiumi di retorica pro autonomia, federalismo o come si diceva "devolution"). Da tutto cio´ la lingua di Dante ne risulterebbe rafforzata (gli italiani smetterebbero di deturparla con anglicismi - se uno vuol parlare inglese che parli inglese...). Che ne dite?