Migranti in Paese.
Comune di Robilante | Data: | Ticket: # 334 |
Categoria: Amministrazione / Comunicazione e partecipazione |
La Prefettura pubblica, periodicamente, dei bandi per il reperimento di strutture ed abitazioni da destinare all’accoglienza dei profughi.
Anche nel nostro Comune alcuni proprietari hanno partecipato al bando mettendo i loro immobili a disposizione di una cooperativa che gestisce l’accoglienza.
Nella giornata di ieri l’Amministrazione Comunale è stata informata dalla Prefettura dell’imminente arrivo di una decina di profughi che sono stati accolti nelle abitazioni messe loro a disposizione dai privati.
Il rapporto, come un qualsiasi altro contratto di natura privatistica, è tra la Prefettura e la Cooperativa assegnataria.
Penso che il Comune, a questo punto, dovrà concedere la residenza a queste persone e rilasciare la carta di identità e in questo caso non potrà, eventualmente, rifiutarsi di farlo? Possibile che il Comune debba soltanto prendere atto di decisioni prese da altri e non possa esprimere le proprie opinioni, ammesso che ne abbia?
La gestione dei migranti è tutta a carico della Prefettura: al momento nessun atto amministrativo deve attuare il Comune.
E’ intenzione dell’Amministrazione valutare la possibilità di una convenzione con la Prefettura al fine di far svolgere ai migranti lavori vari in paese, sulla falsariga di quanto attuato da altri Comuni.
Salve.
Questa mattina ho avuto il piacere di parlare con due ragazzi nigeriani (i famigerati migranti). Erano alla ricerca di qualcosa da fare e volevano darci una mano a mettere a posto la legna. Naturalmente non abbiamo accettato, perché non sono autorizzati a svolgere questo tipo di mansioni. Ma ho saputo, con molto piacere, che cominceranno a lavorare per il comune dalla prossima settimana. Hanno 21 e 22 anni (i nomi però non li ricordo, non erano proprio facilissimi) e uno dei due ragazzi ci ha detto:” a me Robilante piace molto e vorrei essere utile per questa comunità. Anche perché io voglio lavorare, voglio fare qualcosa, ho bisogno di farlo e non mi importa se mi pagate, io voglio solo lavorare”. Da loro coetanea sono rimasta molto colpita dalle loro parole e mi domando se non sarebbe possibile oltre che farli lavorare per il comune, renderli disponibili anche per piccoli lavoretti che potrebbero svolgere per i cittadini stessi. Ad esempio dare una mano a pulire i boschi, raccogliere castagne, ecc ( mi sono venuti in mente queste mansioni visto il periodo imminente). Vogliono ricambiare il favore (li stiamo aiutando) e per cui vogliono aiutarci per ringraziarci. Non solo, sarebbe opportuno coinvolgere anche la parrocchia, visto che la chiesa dovrebbe insegnare ad accogliere. E sono rimasta stupita nel sentire che non sanno neanche dove sia il parroco…. Il suo coinvolgimento, credo sarebbe importante per INTEGRARE questi ragazzi all’interno della comunità. Sono persone volenterose e pronte ad imparare. Onestamente penso che abbiamo tra le mani 10 ragazzi che potrebbero arricchire il nostro paese, anche perché sanno l’inglese MOLTO bene ( naturalmente la conversazione si è svolta in inglese) e stanno imparando l’italiano (hanno provato a dire qualche parola (molto bene tra l’altro)). Per cui credo che sarebbe anche un’ottima occasione questa per entrare in contatto con un’altra cultura e fare una condivisione di insegnamenti: noi l’italiano ( perché no magari anche il piemontese) e loro l’inglese, specialmente coinvolgendo dei bambini che l’inglese lo stanno imparando a scuola e sarebbe molto utile avere in supporto alle maestre persone madrelingua.
Sono in paese e ormai ne fanno parte, per cui dobbiamo fare qualcosa per integrarli, perché ricordiamoci che sono ragazzi che hanno lasciato tutto per VIVERE (scappano dalla guerra e non vanno alla ricerca di uno stipendio più alto). E da cittadina (robilantese e italiana) mi rendo anche disponibile a essere contattata per idee o aiuti.
Grazie per il contributo.
Per ciò che concerne la gestione dei migranti è ormai chiaro a tutti che sia compito della Prefettura (e della relativa cooperativa che se ne è fatta carico) e non del comune…
Possibile però che il Comune non abbia davvero nessuna voce in capitolo al riguardo? Credo che sia davvero inutile nascondersi dietro al perbenismo e parlare solo di spirito accoglienza. Ci sono interessi economici ben precisi dietro allo “spirito di accoglienza” di quei cittadini robilantesi che hanno messo a disposizione le loro case sfitte per accogliere queste persone. Sono venuta a conoscenza solo ieri che (probabilmente) dovrebbero arrivare altri 30 migranti (alloggiati tutti nei dintorni di Str. S. Margherita?) grazie alla messa a disposizione di ulteriori proprietà. Ora mi chiedo: come può un piccolo paese come il nostro, con tutte le sue problematiche (prendiamo per esempio la gestione dei rifiuti) farsi carico di un fardello così impegnativo? E’ una problematica importante e non tocca solo il nostro piccolo paese ma l’Europa intera però, forse, bisognerebbe almeno cercare di “distribuire” (e mi scuso per il termine poco ortodosso parlando di esseri umani) queste persone in più comuni oltre al nostro…so per certo che ci sono comuni che non hanno dato la loro disponibilità al riguardo e che, per ora, quindi sono stati toccati solo marginalmente dalla problematica…
Inoltre credo che, in un momento storico così complesso, ogni cittadino dovrebbe pensare non più solo al proprio tornaconto personale ma al benessere di tutti. E’ forse proprio su questo punto il Comune magari potrebbe intervenire….
Viviamo in una società dove c’è (fortunatamente!) il rispetto per la proprietà privata e ogni cittadino può disporre delle proprie proprietà come meglio crede ma, forse, in questo momento, sarebbe bene sacrificare l’interesse economico del singolo in nome della sicurezza dell’intera comunità perché, diciamolo chiaramente, 50/70 persone o più che “vagano” per il paese senza meta e senza un’occupazione producono un impatto forte sui cittadini, se non altro a livello psicologico, soprattutto in virtù del fatto che tutte, naturalmente, sono provviste di IPhone, quando ci sono famiglie a Robilante che sono in difficoltà per far fronte a spese di mensa e pulmino per 2/3 figli, pagando anche un importo significativo per la TARI…
Bisognerebbe quindi riflettere Comune e cittadini, insieme e uniti, per cercare una soluzione per l’integrazione pacifica nel rispetto di tutti però, migranti e non, prima di arrivare al collasso o addirittura alla ghettizzazione di una piccola realtà montana come la nostra.
Siamo arrivati al punto, dove gli insulti e i commenti “non razzisti” sulle pagine pubbliche dei vari social verso questi ragazzi stanno diventando ridicoli. Se sono lì è grazie a privati che gli concedono le case più che per spirito di pietà, per spirito del buon vecchio dio danaro e poi se ne lavano le mani. Per cui credo che demonizzare contro questi ragazzi non ha senso, ma non ha altrettanto senso continuare con questa calma apparente. Ormai sui social la gente si lamenta perché hanno dei vestiti o dei cellulari, (non so come vorrebbero che andassero in giro) ma questo non è il problema. Anche perché i vestiti vengono forniti dalle cooperative, che a sua volta si riforniscono da case famiglia o comunque prendono i vestiti della gente che gentilmente glieli dà, indipendentemente dalla marca. Non solo va comunque ricordato che nei loro paesi i negozi di telefonia esistono come da noi, e non dimentichiamoci anche che chi ha i soldi per affrontare un viaggio del genere molto probabilmente aveva i soldi (nel suo paese) per comprare un bel cellulare, che poi è sopravvissuto al viaggio. Comunque sia se la comunità si lamenta per questo vuol dire che chiaramente c’è un grosso problema. La gente fa il confronto con quello che hanno questi ragazzi, che sono scappati dal loro paese, senza pensare che sono persone non hanno da fare tutto il giorno, tutti i giorni. Insomma dobbiamo farli impazzire? Sono uomini/ragazzi giovani che sicuramente potrebbero essere molto utili, ma che sono costretti al nulla tutto il giorno (nel post precedente avevo scritto del dialogo che avuto con due ragazzi che non vedevano l’ora di essere utili). Come ha detto la signora nel post precedente, la nostra comunità è piccola e non può collassare e neanche continuare con la caccia alle streghe. Non possono continuare ad essere additati e a essere trattati come alieni quando vanno in giro per il paese, perché come ci sentiremmo noi nei loro panni? Se la situazione continuasse così, prima o poi non potrebbe succedere che qualcuno (robilantese o migrante) cederà? (non mi addentro nella descrizione degli scenari) A quel punto sarà difficile riuscire a trovare un punto d’incontro. Possibile che dobbiamo continuare a sentire che loro non possono fare nulla e noi come paese altrettanto? Dobbiamo continuare a far finta di niente e a non sapere niente, o il comune (come rappresentante della comunità) può andare da chi di dovere e affrontare il problema? E’ da far presente alla prefettura, e poi man mano a salire (provincia, regione ecc..) che l’accoglienza così NON VA BENE! BISOGNA AIUTARLI, dobbiamo fare qualcosa per loro e integrarli con noi (immagino che le mie idee nel post precedente siano irrealizzabili ora come ora) MA DOBBIAMO AVERE LE POSSIBILITÀ E I MEZZI PER FARLO! Credo che dobbiamo iniziare a farci sentire per questo, LA LEGGE E’ SBAGLIATA, va cambiata! Perché il cambiamento non potrebbe partire da un piccolo paese nella provincia di Cuneo?!?! (tutta Italia ha questo problema)
Risposta alla sig.ra Mariangela Taranto:
Nel ringraziare per il contributo dato in merito alla problematica dei migranti, si informa che l’Amministrazione Comunale, a tutt’oggi, non è a conoscenza di ulteriori arrivi di richiedenti asilo in luoghi diversi da quello in cui sono già ospitati.
Di fronte, però, all’affermazione: “so per certo che ci sono comuni che non hanno dato la loro disponibilità al riguardo” questa Amministrazione, stante l’accusa fatta di non aver avuto nessuna voce in capitolo, richiede formalmente di conoscere quali siano i Comuni cui si fa riferimento. Più volte, infatti, nel parlare quotidiano, molti cittadini hanno citato “questi comuni” ma i nomi non sono mai stati fatti.
Considerato che ufficialmente non risultano Comuni che abbiano rifiutato i profughi loro assegnati, sarebbe interessante chiarire, con una telefonata ai sindaci interessati, in quali termini e in quali momenti gli stessi abbiano rifiutato l’accoglienza.
Al fine di poter fare chiarezza sul problema, e parlare una volta per tutte con cognizione di causa, si rimane in attesa di conoscere i nomi dei Comuni più volte citati.